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I tamponi salivari sono utili? Le parole del Ministero della Salute

Ormai i vocaboli tipici del coronavirus non hanno più segreti: giorno per giorno siamo bombardati da dati e informazioni che risultano difficili da elaborare e comprendere a pieno.

Le tv e i media in assoluto sono inondati di termini tecnici legati al coronavirus: contagi, tamponi, indice Rt e tanto altro. L’obiettivo che ci poniamo con questo articolo è di fare chiarezza su un aspetto particolare della pandemia in corso: l’utilità dei tamponi salivari.

Ci sono, infatti, delle importanti novità che provengono direttamente dal Ministero della Salute e fanno chiarezza sul ruolo dei test salivari: scopriamone insieme il ruolo e la funzionalità.

Ma i tamponi salivari funzionano?

Prima di tutto bisogna chiedersi: ma i test salivari funzionano?

La risposta non è semplicissima, dipende. La materia è molto giovane e gli studi, di conseguenza, danno delle verità parziali che non possono essere stabili e durature nel tempo. Da ultimi studi effettuati sembrerebbe che i tamponi salivari abbiano una buona efficacia nella rilevazione delle infezioni da coronavirus, anche se in maniera meno affidabile rispetto ai test orofaringei e rinofaringei. Infatti i tamponi per bocca e per naso, chiamati anche test molecolari per la rilevazione da covid 19, hanno dimostrato una maggiore sensibilità nella rilevazione del virus.

Ma non è finita qui.

Lo stesso studio ha dimostrato anche che l’efficacia della rilevazione avvenuta con il test salivare aumenta in maniera importante nel momento in cui si effettui nei primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi da coronavirus, ovvero quando la carica virale raggiunge il suo massimo picco.
In sintesi: il tampone salivare è molto affidabile se fatto subito dopo il comparire dei primi sintomi del coronavirus.

Come funzionano i test salivari

Anche tra i tamponi salivari differenti modalità di raccolta dei campioni di saliva, questo determina una differente sensibilità del test e dunque diversa affidabilità del risultato finale. In particolar modo possiamo distinguere i campioni di saliva in due tipologie: saliva orale e saliva orofaringea posteriore.

I metodi di raccolta della saliva

Ecco i metodi di raccolta della saliva mediante tampone:

  • sputo generale: raccolta della saliva sul pavimento orale, ha una bassa sensibilità;
  • saliva orofaringea posteriore, il metodo di maggiore affidabilità;
  • sbavatura, che consiste nella raccolta di saliva in assenza di stimolazione;
  • sputo faringeo posteriore, ovvero la raccolta mista di secrezioni delle vie aeree superiori e inferiori.

Il ministero dice sì ai test salivari

Una recentissima circolare del Ministero della Salute ha consentito la possibilità di utilizzare in maniera ufficiale i tamponi salivari per la rilevazione dell’infezione da coronavirus: questa svolta consente di sicuro una maggiore flessibilità nella gestione dei test per il covid 19 alla quale si uniscono benefici per i soggetti sottoposti al test.

Di sicuro i tamponi salivari per il covid 19 hanno una minore invasività rispetto ai tamponi per naso o per bocca e risultano più pratici e veloci. Dall’altra parte, però, la minore sensibilità li rende meno affidabili dei suddetti test per il coronavirus.

In quest’ottica la circolare del Ministero della Salute ha ammesso la possibilità di utilizzare i tamponi salivari nel momento in cui i tamponi oro-nasofaringei non siano disponibili, in particolar modo per quelle categorie professionali o di persone soggette a rischio che devono svolgere dei controlli ripetuti.

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